Mancini: “Napoli favorito per lo Scudetto. Sampdoria? Deve ripartire dai tifosi”

Le dichiarazioni di Roberto Mancini sulla lotta Scudetto e sulla Sampdoria a Sky Sport a margine del Premio Nazionale Gianni Di Marzio
Nella giornata di lunedì 19 maggio è andato in scena a Portofino la seconda edizione del Premio Nazionale Gianni Di Marzio.
Manifestazione che ha visto la partecipazione di personalità di spicco del mondo del calcio per rendere omaggio a una figura storica del calcio e del giornalismo sportivo italiano.
Tra questi anche Roberto Mancini, intervistato ai microfoni di Sky Sport.
L’ex c.t. della Nazionale italiana ha commentato la lotta Scudetto ma anche il momento della Sampdoria.
Le dichiarazioni di Mancini sulla Sampdoria e non solo
L’ex giocatore della Sampdoria ha detto sulla corsa Scudetto: “Lotta Scudetto? Si sapeva che se la sarebbero giocata fino alla fine e così sarà. Penso che il Napoli abbia un vantaggio abbastanza grande“.
Per poi aggiungere sulla stagione passata (ma sulla carta non ancora conclusa) della squadra: “Samp? Io parlo da tifoso, mi spiace come è andato a finire il campionato, c’era le possibilità per farcela. La situazione? Non saprei come andrà a finire. La Samp ha una grande storia che sono i suoi tifosi, i migliori al mondo. Deve ripartire da questo, son tifosi che sono sempre stati vicini alla squadra nei momenti belli e in quelli brutti, e così sempre sarà. Non ho idea neanche di cosa sia successo in Serie B (riferito al caso Brescia, ndr), vedremo cosa accadrà“.
“Retegui è migliorato tantissimo. Volevo prendere Raphinha in Nazionale”
Mancini ha parlato anche dell’annata di Mateo Retegui: “Il merito è suo, è migliorato tantissimo. Avevamo visto qualcosa che aveva e lo sta dimostrando“.
L’ex CT dell’Italia ha concluso con un retroscena su Raphinha, esterno del Barcellona che avrebbe potuto vestire la maglia azzurra: “Raphinha non lo conosceva nessuno perché giocava al Leeds. Ci abbiamo provato e riprovato a portarlo in Nazionale. Nel momento in cui ci disse sì il suo agente chiamò la nazionale brasiliana. Lui aveva parenti italiani. La volta dopo che lui ci disse sì venne convocato dal Brasile“.