“Allenatore già da calciatore”: alla scoperta di Rui Borges, campione con lo Sporting

L’addio nel bel mezzo della stagione di Ruben Amorim non ha frenato lo Sporting, che ha trovato in Rui Borges una grande guida
Ci sono allenatori per i quali si sente dire che avessero già questa indole quando erano calciatori, ma per Rui Borges è davvero così. Dopo una carriera in campo non ad altissimi livelli, adesso da allenatore si sta affermando su standard sempre più alti e ha condotto lo Sporting al titolo di campione di Portogallo.
La passione per il calcio al piccolo Rui Borges viene trasmessa dal padre Manuel, ma in campo non riesce mai ad emergere oltre le categorie inferiori portoghesi. La sua carriera inizia sia da calciatore che da allenatore con il Mirandela, la squadra della città natale, nonché quella con cui ha raccolto più presenze tra le otto diverse divise indossate da calciatore.
Borges è una persona molto cauta e riservata tanto che quando ha firmato con lo Sporting ha deciso di cancellare tutti i profili social. Probabilmente sapeva già che avrebbe acquisito grande popolarità e avendo uno stretto rapporto con la famiglia ha preso questa scelta per proteggere la moglie e il figlio dalle pressioni dei media. Anche quando è in vacanza preferisce spendere lunghi soggiorni nella sua Mirandela per ritrovare pace e serenità, non è dunque certamente una persona che ama far parlare di sé.
Questa attenzione che l’allenatore portoghese ha per i legami personali la si denota anche negli spogliatoi delle sue squadre. Borges punta molto su una forte connessione emotiva con i suoi giocatori e preferisce sempre un dialogo in più con ogni membro della rosa. Non vuole mai infatti rischiare delle pericolose fratture nel suo gruppo. Una delle sue priorità è quindi quella avere una squadra coesa e in cui tutti si sentano utili e apprezzati, anche chi non gioca tanto ha spesso dei momenti di dialogo con l’allenatore nel quale può capire quali sono le sue scelte.
Rui Borges da calciatore: “caratteristiche alla Figo” e tanta voglia di imparare
Tutte queste caratteristiche – che lo hanno portato ad essere uno degli allenatori in rampa di lancio del calcio portoghese -, le ha allevate già nel corso della sua carriera da calciatore. Già quando giocava aveva infatti compreso che il suo futuro dopo il ritiro sarebbe stato in panchina: gli piaceva molto imparare e capire come venissero programmate e strutturate le sedute di allenamento, ponendo tante domande ai suoi allenatori per imparare fin da ragazzo.
Era un centrocampista destro che diversi suoi compagni di squadra paragonavano a Luis Figo per caratteristiche tecniche e abilità nei calci piazzati, pur non avendo ovviamente tutta la classe dell’ex Inter e Real Madrid. Nel 2011/12 ha messo a segno la sua miglior stagione da calciatore con 9 gol realizzati in terza divisione proprio con la divisa del suo Mirandela che rappresentano certamente un buon bottino per un centrocampista.
La grande parabola da allenatore: dalla quarta divisione fino al titolo con lo Sporting
Adesso dopo alcuni anni di gavetta Rui Borges sta raccogliendo i frutti del suo lavoro ed è riuscito in questa stagione a vincere la Primeira Liga con lo Sporting. A Lisbona è già un idolo dei tifosi perché ha saputo rialzare la squadra un po’ scossa dopo l’addio di Ruben Amorim, partito in direzione Manchester United: le uniche due sconfitte in campionato sono infatti arrivate tra fine novembre e inizio dicembre, prima del suo arrivo in panchina.
Per arrivare a questi risultati ha però dovuto fare un grande lavoro di formazione e di esperienza. Dopo essersi ritirato con il suo Mirandela ha iniziato ad allenare sempre lì, nella squadra della sua città e ha conquistato un quarto posto nel campionato di quarta divisione quando l’obiettivo era soltanto quello di mantenere la categoria.
Nel 2018/19, Rui Borges ha ottenuto un’altra grande impresa conquistando un undicesimo posto con l’Academico Viseu in seconda divisione: è subentrato alla 20ª giornata con la squadra al penultimo posto e in grande difficoltà e l’ha trascinata all’11° posto finale. Sempre in seconda divisione, si ricordano molto bene di lui al Mafra dove ha condotto questo club al sesto posto da febbraio a giugno 2023 ottenendo il miglior piazzamento nella storia della società.
Infine, nel 2023/24 arriva finalmente l’esordio di Rui Borges nel massimo campionato portoghese con la Moreirense e poi col Vitoria dove lancia tanti talenti importanti fra cui Alberto Costa, trasferitosi lo scorso gennaio alla Juventus. Con il Vitoria ottiene anche una storica qualificazione in Conference League e questo traguardo gli è valso poi la prestigiosa chiamata dello Sporting a dicembre 2024. Tutta Europa sta imparando a conoscere il suo calcio, che l’anno prossimo potrà misurarsi con la Champions League: le big d’Europa dovranno stare attente alle idee di gioco di questo riservato ma talentuoso uomo di calcio a tutto tondo.
A cura di Federico De Milano